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L’architettura romanica a Como

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La regione del comasco era un nodo di transito, di scambi, di conflitti di frontiera, e subiva perciò influssi dal nord Europa e dalla civiltà bizantina, dall’impero carolingio e dalla cultura romana classica, e perfino ungari e saraceni fecero scorrerie sul Lario.Nel Medioevo si forma anche il movimento fertile di artisti, artigiani e architetti dei “Maestri Comacini” citati già nel VII secolo in un editto del re Rotari. I Maestri Comacini sono attivissimi nel comasco e fuori (Lanfranco realizza il Duomo di Modena) e lo stesso vale per i Maestri Intelvesi, provenienti dalla val d’Intelvi, a cui sembra appartenesse Benedetto Antelami, il creatore del Duomo di Parma.

COMO

Chiesa di S. Abbondio – Capolavoro dei Maestri Comacini, la basilica di S.Abbondio è espressione tra le più pure del romanico lombardo, che vide in Como una fase di prima affermazione. La chiesa venne edificata nell’undicesimo secolo su una precedente basilica paleocristiana dedicata ai Santi Pietro e Paolo probabilmente del V° secolo, dedicata a San Abbondio, quarto vescovo di Como, intorno all’818. L’edificio attuale ha una tradizionale pianta basilicale, con cinque navate (cui corrispondono cinque absidi). Due alte torri campanarie ne affiancano, all’esterno, la parte absidale evidenziando la profondità del coro. La chiesa, realizzata in conci di pietra grigia del sasso di Moltrasio, ha sviluppo fortemente verticale; la zona absidale, per la sua elevazione, sembra addirittura anticipare il gusto gotico.
Particolarmente interessante è il ciclo di affreschi absidali del XIV secolo, riportati all’antico splendore a seguito di recenti restauri. Sono di autore anonimo, conosciuto come il Maestro di S. Abbondio, e rappresentano uno dei migliori esempi di affreschi trecenteschi del nord Italia.Vi sono raffigurati episodi della Vita di Gesù e mettono in evidenza una forte descrittività e cura dei dettagli, secondo un gusto tutto lombardo.

Basilica di S. Fedele – La Basilica di San Fedele sorge sulle fondazioni di una basilica paleocristiana a pianta centrale probabilmente del VI° secolo, dedicata a Sant’Eufemia. La nuova chiesa fu eretta attorno al X°secolo.
La pianta è trilobata, con breve navata centrale; i bracci semicircolari del transetto ospitano il prolungamento delle navate laterali. Su questo impianto si aggiunsero nei secoli XIV e XV tribune e matronei. L’interno presenta l’originario assetto romanico, grazie ai lavori che nel 1914 hanno portato alla demolizione di sovrastrutture successive.
Non prive di interesse sono le tracce figurative di affreschi e l’apparato scultoreo su parti esterne. Nell’atrio è un’acquasantiera ricavata da un capitello romano del III° secolo, sorretta da un leone stiloforo dei secoli VIII-IX, già dell’antica chiesa.
L’originario clima romanico dialoga nel presbiterio con l’altare barocco e, in altre zone, con le decorazioni rinascimentali. Pregevoli le tele di Isidoro Bianchi e di Carlo Innocenzo Carloni (raffiguranti i Misteri della passione). Dall’esterno, degna di interesse è l’abside poligona in conci di pietra, impreziosita da elementi figurativi, quali gli archetti pensili e l’elegante profondo loggiato. Particolarmente prezioso il portale con cuspide triangolare e sculture romaniche a destra dell’abside. La chiesa ha subito molteplici interventi di restauro, che ne hanno salvaguardato lo stato di conservazione.

Basilica di San Carpoforo – La tradizione vuole che la basilica fosse stata eretta dal primo vescovo della città di Como, Felice, sul luogo dove sorgeva un antico tempio dedicato a Mercurio, per dare degna sepoltura alle spoglie dei martiri Carpoforo, Esanto, Cassio, Licinio, Severo e Secondo.
La chiesa è il frutto di diversi interventi succedutesi nel periodo medioevale.
Il corpo della basilica risale alla prima metà del sec. XI°, l’abside e la cripta al sec. XII°. Lo spazio interno è spartito in tre navate sovrastate da un tetto a vista. Il presbiterio, soprelevato rispetto alla cripta coperto da una grande volta a crociera, termina in un’abside semicircolare realizzata, sia all’interno sia all’esterno, con paramento in muratura policroma. La navatella settentrionale termina anch’essa con un’abside ricavata nello spessore del muro, simile a quella di S. Abbondio; mentre sull’abside della navatella opposta è impostato il campanile, dall’aspetto massiccio ed elegante, costruito con pietra grigia del lago, alleggerita da una trifora adorna di archetti tipici dell’ XI° sec.. Singolare la posizione della facciata, addossata al monte e priva di porte, si accede, dunque, alla basilica da un ingresso ricavato nel fianco.

Testo tratto dall’articolo “il Romanico nel Comasco” di zerodelta.net

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