Piemonte

Alessandria

Alessandria-StemmaLa provincia di Alessandria occupa l’estremo settore sud-orientale del Piemonte. Il territorio comprende pianure coltivate, colline dal profilo dolce, solcato da numerosi corsi d’acqua. L’alessandrino è situato al centro del triangolo industriale formato da Milano, Torino e Genova ed è terra di castelli, ville ed antiche dimore patrizie. Il Monferrato Casalese, ricco di monumenti nel suo capoluogo e di castelli sulle colline, offre anche una ricca gastronomia, nonché il piacere delle degustazioni di eccellenti vini. Ricca la presenza nel territorio di edifici della fede di notevole valore artistico: dalla Trinità da Lungi a Castellazzo Bormida al complesso di Santa Croce a Bosco Marengo, dall’abbazia di Santa Giustina a Sezzadio al Sacro Monte di Crea, presso Serralunga di Crea, ora patrimonio dell’umanità dell‘UNESCO.  Dall’Ottocento all’attività agricola si sono affiancati insediamenti industriali fra cui segnaliamo il cappellificio Borsalino, marchio leader del settore a livello internazionale.
Alessandria è famosa per i suoi palazzi, i più famosi sono:

Palazzo e case Sambuy: si tratta di un ampio complesso di edifici sorto tra il XVIII e la prima metà del XIX secolo. Il nucleo originario era costituito da un vasto edificio che occupava l’intero isolato compreso tra le vie Ghilini e Dante. Il complesso architettonico, di proprietà di Giovanni Tommaso Ghilini, fu ereditato dalla contessa Delfina Sambuy che ne promosse la trasformazione in stile neoclassico. Ultimati i lavori di restauro nel 1845, il palazzo divenne sede dell’albergo Universo, il più elegante della città, che nel marzo 1867 ospitò Giuseppe Garibaldi. Quando nel 1880 l’albergo cessò la sua attività, nel palazzo si trasferì la Banca Popolare di Alessandria e dopo la ricostruzione del 1909 la Cassa di Risparmio.

Palazzo Guasco: nel suo aspetto attuale è frutto del rifacimento, voluto nel Settecento dal marchese Ludovico Guasco Galiarati di Solero, di un più antico edificio sempre appartenente alla famiglia dei Guasco. Il palazzo presenta una severa facciata in mattoni cotti arricchita solo dalla presenza di due mossi portali. Nel 1729 il marchese Filippo inaugurò all’interno del palazzo il primo teatro cittadino, trasformando la sua residenza nel fulcro della vita mondana. A causa dell’ostilità del clero e della borghesia, già nel 1766 il teatrò fu però chiuso. Il palazzo essendo residenza privata non è visitabile all’interno.

Palatium Vetus (o Palazzo Comunale): costruito nel 1170, all’epoca della fondazione della città, era il centro dell’attività amministrativa, politica e giudiziaria del comune medioevale. Nel palazzo avevano sede l’Armeria, gli uffici del Podestà e del Capitano del Popolo e, dal XII al XIV secolo, le autorità giudiziarie e le carceri. Qui rimase esposto al pubblico ludibrio in una gabbia di ferro il marchese del Monferrato Guglielmo VII, vicario imperiale e capo dei ghibellini, fatto prigioniero nel 1291 dagli alessandrini a lui ribellatisi. Il suo supplizio durò per più di un anno fino al momento della sua morte avvenuta nel febbraio del 1292.
Quando nel 1856 il palazzo fu ceduto dal comune allo stato, al suo interno, nella parte che si affaccia su piazza della Libertà, fu sistemato il Comando del Presidio militare. Il palazzo è attualmente in attesa di ricevere una nuova destinazione d’uso.

Il Palazzo Cuttica di Cassine: edificato all’inizio del XVIII secolo per volere del marchese Cuttica di Cassine, divenne ben presto uno dei più raffinati salotti della città, frequentato dai migliori ingegni dell’epoca e in grado di rivaleggiare con il vicino palazzo Ghilini. Durante il periodo napoleonico fu dimora dei generali Chasseloup e Despinois e nel 1806 divenne sede della Prefettura di Marengo. Il palazzo fu in seguito acquistato dal comune che vi collocò gli Uffici Finanziari, quelli della Prefettura, dell’Amministrazione Provinciale e in un secondo tempo gli Uffici Postali e il Tribunale.
Oggi l’interno, completamente restaurato e impreziosito da ricche decorazioni rococò e neoclassiche, ospita il conservatorio di musica “Antonio Vivaldi” e l’annessa scuola media. Di pregevole fattura sono i balconi sorretti da cariatidi che ornano la facciata.

Il Palazzo delle Poste e Telegrafi: costruito nel 1932 in stile razionalista dall’architetto Franco Petrucci, il palazzo fu inizialmente adibito a sanatorio. Nel 1950 divenne sede dell’ufficio centrale delle Poste e Telegrafi della città di Alessandria. La facciata è ornata da un grande mosaico futurista, opera di Gino Severini, raffigurante la storia e l’evoluzione della posta e del telegrafo in tutti i continenti.

Palazzo Ghilini Attualmente sede della Prefettura e dell’Amministrazione Provinciale, il palazzo fu progettato da Benedetto Alfieri per il marchese Tommaso Maria Ghilini. Il corpo centrale fu realizzato sotto la direzione dell’architetto Domenico Caselli a partire dal 1732. La parte nord risale invece al 1766, mentre l’ala che si affaccia su via Parma è opera ottocentesca, quando il palazzo ormai non apparteneva più alla famiglia Ghilini, ma in seguito alla restaurazione dei Savoia era passato allo stato. E’ il più significativo esempio di architettura barocca presente in Alessandria. Di notevole bellezza sono il vestibolo ottagonale e l’atrio a capitelli pensili. Due monumentali scaloni conducono alle sale di rappresentanza del primo piano abbellite con affreschi, specchiere e sovrapporte in stile settecentesco.
I saloni di pertinenza della Prefettura non sono aperti al pubblico. Quelli che ospitano gli uffici della Provincia sono invece visitabili dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 14.00 e il venerdì dalle 9.00 alle 13.00.

Il Palazzo del Municipio: oggi sede dell’Amministrazione Comunale, l’edificio, noto anche come “Palazzo Rosso” per il colore della sua facciata, fu iniziato nel 1775 e terminato solo nel 1824. Il progetto originale è opera di Giuseppe Caselli. La facciata fu tuttavia rimaneggiata già nel 1826, ad opera di Ferdinando Bonsignore, con l’aggiunta di un ingegnoso orologio a tre quadranti sormontato da una campana e da un galletto segnavento, sottratto ai casalesi nel 1215 durante una delle tante scaramucce che videro protagoniste le due città. Al Palazzo era in origine annesso un teatro, andato completamente distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale.

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